2.0. Glossario
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  • Trovate sulla guida didattica la spiegazione e la giustificazione di questa fase di studio. Lo scopo di questa e della successiva fase di studio e quello di descrivere ciò che la Bibbia è. I contenuto saranno, per così dire, molto “materiali”. Ciò significa che le considerazioni spirituali e le macro-visioni riguardanti la salvezza del mondo devono essere messe in stand by finché non impariamo i dati che riguardano l’argomento. **Mi raccomando, questo è in vigore anche per l’esame!**

  • È logico perciò cominciare con un glossario abbastanza corposo. Ci aiuta il fatto che anche il manuale contiene una sorta di glossario: 16.1. Alcuni chiarimenti terminologici, pp. 136-137. Là trovate spiegati metà dei vocaboli del nostro glossario. Adesso vi presento i restanti:

    • Tanak. denominazione della Bibbia Ebraica formata dall’iniziali delle tre parti che la compongono: Legge (Torà), Profeti (Nebiˀim) e Scritti (Ketubim) = TaNaK.

    • Qumran. Mmmmm… sarebbe lunghissimo spiegare bene le scoperte dei Manoscritti del Mare Morto. Qualcosa trovate a pp. 158 e ss. del nostro testo, ma dà molte cose per scontate. Ci provo velocemente: dal 1948 ci sono verificate delle scoperte dei manoscritti – biblici e non – nei dintorni del Mare Morto. Risalgono in linea di massima ai ss. I a.C.-I d.C. Secondo l’evidenza contenuta negli scritti, costituivano la biblioteca di un gruppo ebraico separato dal giudaismo incentrato attorno al Tempio di Gerusalemme. C’è una buona probabilità che si tratti degli “esseni” menzionati da alcuni storici. Per quello che riguarda la Bibbia, ecco alcuni dati importanti:
    • Sono stati rinvenuti frammenti di tutti i libri della Bibbia Ebraica tranne il Libri di Ester (non si può sapere se escludevano tale libro per qualche ragione o non si trova perché tutte le copie si sono perse).
    • Va sottolineato che si tratta di frammenti. Solo si trovano due libri completi: Isaia e Salmi.
    • Il manoscritto completo più antico conservato della Bibbia Ebraica risale al X sec. d.C. I manoscritti di Qumran sono mille anni più antichi. Si capisce che gli venga attribuita grande importanza. Tuttavia, occorre tener presente che, oltre la frammentarietà, la qualità dei manoscritti trovati a Qumran non è sempre il massimo (non sono infrequenti gli errori di copiatura evidenti).
    • Dal punto di vista del canone biblico, si può dire che le scoperte di Qumran hanno confermato che agli inizi dell’era cristiana non si può parlare dell’esistenza di un canone chiuso della Bibbia Ebraica.

    • Gnosticismo. Corrente di pensiero precristiana, ma che ebbe un grande sviluppo all’interno del cristianesimo dei primi secoli, con forme ritenute eterodosse. L’idea fondamentale dello gnosticismo è che la salvezza si raggiunge tramite la conoscenza. Si osserva anche nelle diverse forme di gnosticismo tendenze a un dualismo, consistente in ritenere che esista un principio del male di pari livello al principio del bene.

    • Apostolicità. È solito dire che la rivelazione si conclude con la fine dell’era apostolica. Con quella affermazione si manifesta che gli apostoli, e solo loro, hanno ricevuto da Gesù l’incarico di stabilire le modalità di trasmissione della rivelazione divina che, da un punto di vista ontologico, era già completa e conclusa con la persona di Gesù Cristo (vedere DV n. 7). Per tanto, gli scritti del Nuovo Testamento, in quanto espressione della rivelazione attestata, devono avere per forza la caratteristica dell’apostolicità. Scritti da un apostolo? Non sembra che sia quella l’idea, perché metà degli autori a cui tradizionalmente si attribuiscono i vangeli non sono apostoli (Marco e Luca). Quindi, conviene concedere una certa flessibilità al concetto.

    • Torah. Termine tradotto come “Legge” seguendo ciò che fecero i primi traduttori greci (nomos). In senso stretto è la denominazione ebraica del Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Il vocabolo si può anche trovare con il senso più ampio di “Legge (o insegnamento) divino al popolo di Israele”.

    • Mishna. Raccolta in sei parti (sedarîm “ordini”) di tradizioni rabbiniche, composta in Palestina nel II sec. a.C. È in lingua ebraica. Le tradizioni sono di diverso tipo, includendo anche commenti a passi biblici. Prevalgono gli orientamenti per il comportamento.

    • Talmud. Commento alla Mishna, cominciato dopo la conclusione di questa e durato più o meno tre secoli. È formattato con la Mishna al centro e i commenti (chiamati Ghemarà) attorno. Ci sono due Talmudîm: il Talmud Babilonese e il Talmud Gerosolimitano. I commenti sono in lingua aramaica. Il Talmud si può ritenere l’opera di riferimento del giudaismo rabbinico.