Domanda aperta: San Paolo vs Dante *CONCLUSA*
Numero di risposte: 28

Vi domando (senza fretta: chiuderemo domani sera): Si può dire che san Paolo sia autore della Lettera ai Romani così come Dante è autore della Divina Commedia?

Mi raccomando, litigate con moderazione.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Marco AVONDO -

San Paolo è autore della Lettera ai Romani, ma non si può dire che lo sia nello stesso modo in cui Dante sia autore della Commedia. L'opera di Dante è sua e non ha altra dimensione che quella letteraria, negli scritti biblici invece è presente non solo la parte letteraria, ma anche la parte trascendente. 

Ipotizzo una sintesi: Dio scrive attraverso le parole degli autori biblici (che restano opera degli autori stessi) la Sacra Scrittura.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Matteo FANELLO -

San Paolo per mezzo dell’Epistola indirizzata ai cristiani di Roma annunciava la buona novella di Gesù Cristo. L’esigenza della Lettera paolina era dunque quella di trasmettere il Vangelo ai cristiani: difatti san Paolo si presentava ad essi come l’apostolo “scelto per annunciare il vangelo di Dio” (Rm 1,1-2), riproponendo i contenuti delle Scritture utilizzando la formula: “κατὰ τὰς γραφὰς”, “secundum scripturas”.

Pertanto se è vero che san Paolo è l’autore materiale della Lettera ai Romani, è altrettanto vero che il contenuto di tale Epistola è il Vangelo di Dio, cioè la parola di Dio. Quindi, in altri termini. si potrebbe affermare che l’autore “formale” della Lettera sia san Paolo di Tarso, invece l’autore “sostanziale” sia Dio.

Per tutte queste ragioni, a mio avviso, non si può dire che san Paolo sia autore della Lettera ai Romani così come Dante è autore della Divina Commedia, perché in quest’ultima l’autore “formale” e “sostanziale” è esclusivamente il sommo vate.

In riposta a Matteo FANELLO
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Cristiana MARINELLI -

Dal punto di vista formale si può rispondere affermativamente, tuttavia credo che vi sia un aspetto sostanziale che li differenzi come “autori”.

Nel caso di Dante, questi è autore di un’opera nella quale vengono cantati  gli ideali cristiani, ovvero si può dire - sia pur riduttivamente - che la Divina Commedia racchiuda  in sé contenuti di filosofia e teologia cristiana, e rappresenti allegoricamente un cammino di purificazione morale, un percorso che passa attraverso la scoperta del peccato e porta verso la redenzione; laddove nel caso di san Paolo, questi risponde ad un’esplicita chiamata di Cristo affinché Gli renda testimonianza. Dopo la sua conversione, egli sente come un dovere quello di annunziare il Vangelo, la fede ricevuta diviene per lui una sorta di vincolo a rispondere alla chiamata di Cristo. Fede ricevuta e annuncio diventano cioè in san Paolo tra loro indissolubili. In questo senso quindi il suo essere autore "ispirato" della Lettera ai Romani lo differenzia dall’”essere autore” della Divina Commedia di Dante.

In riposta a Matteo FANELLO
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Noema PODELLA -

Sono due opere molto importanti, entrambe arrivano a Dio ma non penso si possa dire che siano autori nello stesso modo. Dante narra un viaggio immaginario attraverso i tre regni con una visione allegorica, ma lui è autore unico dell'opera, colui che la crea nella propria mente. San Paolo con la sua Lettera rappresenta un mediatore, colui che predica il Vangelo, trasmette  la Parola ed è ispirato da Dio ,fa parte del Suo disegno, il vero autore è Dio.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Caterina PISTOCCHI -

L'opera scritta da Dante, nella sua immensità trova la sua ragione formale e sostanziale nell'autore stesso in quanto  Dante nel suo percorso dall'Inferno al Purgatorio racconta un viaggio di purificazione e lo fa attraverso una sua cultura personale che è sicuramente immensa, ma che non può avere la forza di tutto ciò che è trascendentale.

Al contrario San Paolo nella Lettera ai Romani assurge al compito di testimone della novella di Gesù Cristo: egli è testimone della venuta di Cristo e diventa l'Apostolo scelto per annunciare il Vangelo.

Dall'analisi di ciò ritengo di poter affermare che mentre San Paolo è colui che annuncia la parola di Dio e quindi della sua lettera ai Romani Lui ne sia solo un autore formale perchè ispirato da dio, al contrario, Dante è colui che scrive la Divina Commedia essendone autore unico sia nella forma che nella sostanza.

In riposta a Caterina PISTOCCHI
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Stefania UGOLIN -

Concordo con l'affermazione di Caterina PISTOCCHI, condividendone i punti elencati. Credo che la differenza sostanziale stia proprio nel ruolo che possiamo attribuire ai due autori e che loro stessi si attribuiscono.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Maria Gabriella VILLANI -

Non si può dire. 
La Divina Commedia è l’espressione di un uomo che si chiama Dante, che trasmette il contenuto della sua opera con le sue parole, il suo pensiero, il suo stile. Egli ne è l’autore, in senso pieno.

La Lettera ai Romani è l’espressione di un uomo che si chiama San Paolo che, con il suo stile, trasmette non tanto un proprio pensiero, bensì il pensiero di Dio, con parole ispirate (“suggerite”) da Dio. Paolo è lo strumento (consapevole) di Dio che attraverso di lui regala il Suo pensiero ai Romani e all’umanità.

Certamente Dio sta all’origine di tutto ciò che è bello e buono nell’universo, ma nei confronti della Lettera ai Romani come di tutti i libri della Bibbia, Dio è l’Ispiratore che attraverso gli agiografi intende proporre agli uomini il mistero “nascosto nei secoli” della Sua vita e della Sua volontà per l’esistenza completa dell’uomo.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Franca RAINALDI -

l'autore della lettera ai romani è da attribuire sicuramente a San Paolo anche se non lo avesse fatto Lui di proprio pugno l'ha comunque dettata Lui perchè dalla lettera emerge un profondo conoscitore della ''scrittura ebraica''infatti lui in precedenza oltre che dare la caccia ai cristiani era un discepolo di Gamaliele. pertanto la mia risposta è si!

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Aniello DE SENA -

Formalmente si. Tuttavia:  la divina commedia è un viaggio irreale e figurativo di Dante nell’aldilà , invece, San Paolo, nella Lettera ai Romani ci parla della via che conduce alla salvezza attraverso il vangelo di Cristo.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Mauro SAURO -

San Paolo è l'autore della lettera ai romani ma ne è l'autore strumentale. Egli utilizza le sue facoltà con i suoi limiti e le sue virtualità mentre scrive. L'autore "principale" della lettera ai Romani invece è Dio, che con la potenza dell'ispirazione su San Paolo produce con lo scrittore la parola di Dio. Sono entrambi interamente gli autori del testo, in questo senso sono uguali, ma nel caso della lettera ai romani, sono due gli autori. Dante è l'unico autore della Divina Commedia. Non so dire che tipo di ispirazione abbia Dante, solo artistica? La differenza con Dante a mio avviso la fa quindi l'ispirazione dello Spirito Santo, la quale è presente soltanto nella stesura dei testi Biblici. .

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Dominique MATTEONI -

Concordo con molti colleghi sul fatto che sia San Paolo sia Dante siano entrambi autori delle opere oggetto della questione. Mi associo nel riflettere che nel caso di San Paolo ci troviamo di fronte alla Parola di Dio e in quello di Dante a quella di un uomo.

In riposta a Dominique MATTEONI
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Agnese RIZZO -

Sono state elencate ed argomentate esaustivamente le questioni circa l'aspetto formale e sostanziale che pongono Dante e San Paolo come due scrittori la cui ispirazione è profondamente diversa e di conseguenza anche i loro scritti. Quindi, in accordo con le molte risposte precedenti, anch'io mi esprimo con un no, non possono essere posti sullo stesso piano.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Valentina PANI -

Partendo dal presupposto che entrambe siano delle opere molto importanti, con fine primo Dio ma che a parer mio si differenziano nel fatto che il viaggio narrato da Dante è un viaggio immaginario, che vive nella sua stessa immaginazione, lui stesso è autore del viaggio e del libro, mentre San Paolo nella lettera "trascrive" ciò che è il volere di Dio, ovvero ciò che Dio ha indicato come via di salvezza; di conseguenza San Paolo non è il vero autore della lettera, ma bensì è Dio stesso.  

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Antonio CARTA -

Siamo di fronte a due diversi tipi di "ispirazione", una artistica, quella di Dante, e una guidata da una mano che è "oltre" l'autore che scrive, Paolo.

E diversi sono i fini per cui scrivono, Paolo è mosso da Dio e risponde ad un disegno di salvezza.

Per cui Paolo non può essere autore della Lettera ai Romani come Dante lo è della Divina Commedia.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Maria José CHUNGANDRO COSTALES -

Effettivamente, come molti dei compagni hanno già affermato, entrambi sono autori delle opere menzionate, ma non in uno stesso senso, ovvero Dante è considerato autore della Divina Commedia in senso pieno, mentre san Paolo ha scritto la Lettera ai Romani come autore strumentale, lasciando nel libro l'impronta del suo stile, ma riservando a Dio il suo ruolo come Causa Principale. E come lo svolge? Ispirando a san Paolo il contenuto di tutto il libro, dall'inizio alla fine.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Annalisa RANDAZZO -

In maniera diversa, ma penso di sì. Dante, perso nella selva oscura, vuole trovare la via perduta a causa del peccato. San Paolo ci dice che noi desideriamo il bene, che lo Spirito è pronto, ma la carne è debole. Entrambi parlano del desiderio dell' uomo di stare con Dio.

Mi ha colpito,poi, che ieri, il prof. di Introd. alla teologia, ha letto un pezzo della Divina Commedia dove Dante si rammarica che Platone ed Aristotele non hanno potuto  "vedere"   che tutto quello a cui sono andati così vicino con la loro filosofia è quel Dio cristiano che loro non hanno conosciuto.  Ho pensato che San Paolo dice, non mi ricordo le parole esatte, che noi crediamo in qualcosa che la filosofia greca non ha trovato, anche se le " intuizioni" ci sono state. Noi crediamo in Gesù Cristo che è il compimento della storia. 

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Valeria CAROLO -

Si e no. Si perché Paolo è veramente l'autore della lettera ai Romani così come Dante lo è della Divina commedia. No perché Dante scrive la sua opera da sè, mentre Paolo lo fa avendo come "co-autore" Dio, in quanto tutti i testi biblici sono parole di Dio scritte con parole umane e attraverso l'uomo. Dunque Dante e Paolo pur essendo due autori lo sono in modo diverso.

 

 

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Fabio MONGIARDINI -

Io ritengo che sia proprio San Paolo a scrivere la lettera ai Romani, come Dante è lo scrittore della Divina Commedia

Nelle righe che sotto riporto, estrapolate dalle lettera, chiama "causa" la Grazia che gli è stata concessa:

Fratelli miei, sono anch'io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l'un l'altro. [15]Tuttavia vi ho scritto con un pò di audacia, in qualche parte, come per ricordarvi quello che gia sapete, a causa della grazia che mi è stata concessa da parte di Dio [16]di essere un ministro di Gesù Cristo tra i pagani, esercitando l'ufficio sacro del vangelo di Dio perché i pagani divengano una oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo.

Quindi ritengo che, San Paolo sia "preordinato" per tale compito, un uomo fatto e creato per uno scopo, arriverei a dire anche  "predestinato", ad essere ministro di Gesù Cristo.

Di conseguenza Dante, in altro ambito, era predisposto, preparato, costruito per creare una grande opera eterna, come la divina commedia.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Hermionne GUEZODJE -

No, perché San Paolo è stato ispirato certamente ad un fine determinato e si è  indirizzato  ad un  popolo determinato ecc... di Dante ne so pocco. So solo che egli è un poeta molto conosciuto e apprezzato ecc... quindi sono due vocazioni diversi.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Laura GASBARRO -

Secondo me sì, in fin dei conti san Paolo rende diretta testimonianza della sua conversione e di come la sua vita sia stata modellata seguendo i comandamenti.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Massimiliano FRANCESCHETTI -

No. Dante prima di scrivere la Divina Commedia fa appello a Dio affinchè gli dia la grazia necessaria ad esprimere il suo pensiero (un pò come facciamo noi studenti prima degli orali), mentre Paolo è investito della Grazia divina, per questo l'evangelista Lc in At 9,15 parla di Paolo come strumento eletto investito dalla Grazia.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Fulvio ARBORIO -

Sono più o meno sulla stessa linea di Valeria Carolo: la risposta è no, Dante è l'unico autore della Divina Commedia, San Paolo, come anche gli altri autori della Sacra Scrittura, è coautore, scrive con uno stile proprio, ma con l'ispirazione dello Spirito Santo, per questo il contenuto della lettera è normativo per la Chiesa. Aggiungerei un'altra sfumatura, nella prima lettera ai Corinzi parlando di matrimonio indica a volte ordini direttamente del Signore (come un papa ex cathedra direi) e a volte dice di cose buone parlando in prima persona, come se fosse cosciente di "un'infallibilità" che gli viene o dall'assemblea degli apostoli, ma più probabilmente da una diretta ispirazione dello Spirito Santo, quindi più che mai Paolo è cosciente di essere direttamente ispirato, di essere Parola di Dio, anche se scriveva direttamente alle sue comunità e si occupava anche di meri fatti contingenti.

In riposta a Fulvio ARBORIO
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Fulvio ARBORIO -

non sono sicuro di essere stato chiaro, volevo dire che Paolo a volte interpolava consigli personale, non del Signore, quindi parlava da uomo, implicando però che nel caso dei precetti suggeriti era Dio stesso a Parlare, ma non sotto dettato come l'arcangelo Gabriele a Maometto, ma mantenendo parole sue, stile, temperamento. Allo stesso modo esiste un solo Vangelo ma secondo lo stile, l'esperienza e la sensibilità dei quattro evangelisti.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Elena CECCHINI -

No, San Paolo formalmente è autore della sua opera, in realtà è Dio che ispira le sue parole, l'opera di Dante per quanto colossale, rimane l'opera di uomo che non ha ricevuto influssi divini.

In riposta a Primo intervento
Ri: Domanda aperta: San Paolo vs Dante
di Lucio COCCETTI -

La lettera di san Paolo è parola riconosciuta della Chiesa come parola ispirata di cui san Paolo è semplicemente il redattore mentre l'autore materiale è lo Spirito Santo che ha rivelato all'apostolo ciò che ha scritto. Non si può dire la stessa cosa di Dante il quale pur avendo scritto un'opera riguardante la dimensione trascendente ne è l'autore materiale.

In riposta a Primo intervento
Domanda aperta: San Paolo vs Dante **INTERVENTO ORACOLARE DEL DOCENTE**
di Carlos JÓDAR -
  • Il risultato degli interventi non lascia dubbi su chi ha vinto:

No: 19

: 5

Sì e No: 1

  • Qualche cattivo potrebbe giudicare che il “sì e no” sia un tentativo di fare quello che dice un proverbio della mia lingua materna: nadar y guardar la ropa “nuotare e custodire i vestiti (allo stesso tempo)”. Invece, io credo che sia una posizione rispettabile. Rispondere così equivale a ritenere che la domanda non sia ben formulata, perché presuppone l’esistenza di solo due possibili risposte (sì/no), e nessuna delle due è ritenuta soddisfacente.

  • INVECE, una e solo una delle due risposte va bene ed è… il !!!

  • Si vedeva che qualche problema c’era con il “no” quando è spuntata la storica distinzione “autore formale” / “autore sostanziale”. Si tratta di termini diventati relativamente popolari nella manualistica di questa materia del secolo scorso. Non mi domandate come sia possibile separare la forma della sostanza in un’opera letteraria. Non ne ho la più pallida idea…

  • Torniamo sulla domanda. Il punto non è quanto ispirato o in quale senso lo sia Dante o San Paolo. Il punto è se quando dico “San Paolo è l’autore della Lettera ai Romani” sto dicendo la stessa cosa che quando dico “Dante è l’autore della Divina Commedia”. Se rispondo di no, allora San Paolo non è vero autore di Romani, mentre che Dante sarebbe vero autore della sua opera. Un modo di negare che Paolo sia vero autore di Romani è usare i “cognomi” già menzionati: “formale”, “sostanziale”, “materiale”, e anche “strumentale” che in un certo senso va bene ma, se non va ben capito, finisce male (una sonata non è opera del piano, ma del pianista).

  • E come mai mi schiero in modo così deciso? Per cominciare, perché altrimenti contraddico Dei Verbum, n. 11:

per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità, affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte

  • La vera difficoltà che uno trova per attribuire a San Paolo il titolo di “autore” senza “se” e senza “ma”, è che la Lettera ai Romani ha un senso che va molto aldilà di ciò che Paolo poteva prevedere quando scrisse alla comunità di Roma. Sono as-so-lu-ta-men-te d’accordo. Ma che, pensate che la Divina Commedia non ha altro senso che quello che Dante ha previsto? Gli stessi autori letterari sono più che consapevoli che le proprie opere, una volta uscite dalle loro mani, intraprendono strade di senso che loro non potevano immaginare nemmeno lontanamente. Con il concetto teologico di ispirazione, stiamo affermando, fra l’altro, che il “traboccare” di senso della Scrittura ha sullo sfondo una volontà di comunicare, che è quella di Dio, al quale non sfugge niente di mano. Nel caso delle opere letterarie, invece, il fenomeno si deve attribuire al caso, o ai processi culturali o all’inconscio… Insomma, è fuori controllo.

  • Tutto questo discorso non è un mero esercizio di acrobazia intellettuale. Ci sta portando verso quello che è probabilmente il punto più importante di questa materia:

Per approfondire il mistero della Scrittura, la strada giusta è l’analogia con l’Incarnazione del Verbo

  • Lo espressa così Dei Verbum, n. 13:

Le parole di Dio infatti, espresse con lingue umane, si son fatte simili al parlare dell'uomo, come già il Verbo dell'eterno Padre, avendo assunto le debolezze dell'umana natura, si fece simile all'uomo.

  • Come conseguenza immediata dell'analogia, occorre dire che la Sacra Scrittura è 100% umana e 100% divina, come Gesù Cristo è perfetto Dio e uomo perfetto. Non perfetto Dio ma uomo perfetto (o viceversa). La congiunzione copulativa va mantenuta, o si finisce al modo delle eresie cristologiche: “Cristo è vero Dio con una macchia di umanità” o “Cristo è vero uomo con un tocco di divinità”. Disastro. Ciò che hanno tentato Eutiche o Nestorio è di ridurre il disaggio di un 200% proponendo un 198% o 175,3% (ridurre la verità dell’umanità o della divinità). Quello, evidentemente, non risolve niente e rasenta il ridicolo. Ciò che occorre è sforzarsi per mantenere il bilancio del mistero così come è, e poi cominciare un movimento in spirale attorno ad esso alla ricerca di un reale approfondimento. E funziona. Lo Spirito Santo ci dà una mano.

**Sono ammesse controrepliche**