1.6. In Gesù si compiono le Scritture
Numero di risposte: 4

La presente domanda invita a fare un’esplorazione nel testo. Il manuale contiene un paragrafo intitolato 9. Gesù e le Scritture di Israele. Là si contiene parecchia informazione. Va aldilà di ciò che questa domanda chiede. Saremmo capaci di individuare e sintetizzare l’informazione richiesta?

In riposta a Primo intervento
Ri: 1.6. In Gesù si compiono le Scritture
di Matteo FANELLO -

L’atteggiamento programmatico di Gesù nei confronti delle Scritture d’Israele lo si scorge in maniera netta nel discorso della montagna, in cui afferma di essersi incarnato per dare “pieno compimento” (Mt 5, 17) ad esse.

Se ciò è possibile è dato dal fatto che le Scritture d’Israele sono la parola di Dio e che Gesù Cristo è la Parola stessa di Dio incarnata (Rivelazione in Cristo). Nell’economia della Rivelazione Gesù Cristo – attraverso la sua Persona e quindi attraverso la sua storia, le sue opere, le sue parole, e soprattutto la sua morte e risurrezione – porta ad adempimento le profezie di tutte le Scritture (la Tanak), come aveva detto agli apostoli dopo la sua risurrezione: “bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” (Lc 24, 44).

A partire da Gesù le Antiche Scritture vengono quindi considerate come un unicum che profetizza la sua venuta e la sua azione salvifica, trovando nella sua Persona pieno compimento. In questo modo Gesù Cristo dà pienezza alla narrazione della Rivelazione, che era solo in potenza nella Tanak.

Chiosa l’Ossandòn: “Le Scritture si capiscono guardando a Gesù, Gesù va compreso leggendo le Scritture.” (p. 90)

In riposta a Primo intervento
Ri: 1.6. In Gesù si compiono le Scritture
di Annalisa RANDAZZO -

 Mi colpisce il commento di Origene al Vangelo di Giovanni dove dice che La Parola di Dio, che in principio era presso Dio, non è una molteplicità di parole; essa non è una tante parole ma una sola Parola che abbraccia un gran numero di idee.. Mi fa pensare che forse in Gesù si compiono le scritture in questo senso, cioè è vero che possiamo trovare moltissimi passi nella Scrittura che parlano e annunciano la venuta di Gesù e molte altre cose, ma Gesù è compimento delle Scritture in senso totale, compie la Parola di Dio che è eterna ed è manifestata in modo "parziale" nelle Scritture. Non so se si può dire "parziale"...

In riposta a Primo intervento
Ri: 1.6. In Gesù si compiono le Scritture
di Fabio MONGIARDINI -

Per rispondere alla domanda, leggendo il capitolo 9: "Gesù e le scritture di Israele", e sintetizzarne il contenuto, affermerei quanto segue:

L'antico Testamento ha una figura importante in Mosè, in quanto nella Torah, scrive di Gesù, e lo stesso Gesù, in Gv 5 dice:

"Non crediate che sarò Io ad accusarvi contro il Padre, vi è già chi vi accusa: Mosè nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche in me.Ma se non credete ai suoi scritti, come potete credere alle mie parole?"

Mosè annuncia i giorni del Messia, come scritto nell'AT e quindi, si compie la profezia della scritture.

In riposta a Primo intervento
Ri: 1.6. In Gesù si compiono le Scritture
di Carlos JÓDAR -

Siete troppo bravi! La domanda era retorica. Scusate se vi siete sentiti forse obbligati a redigere un intervento. Comunque, se voi intervenite, non posso non rispondere.

È vero quello che dite che il compimento delle Scritture è una dimensione molto importante nella ricezione dei libri sacri di Israele da parte di Gesù. Ma quella dimensione convive con altre perché, appunto, Gesù "non è venuto ad annullare le Scritture". L'AT in una prospettiva cristiana viene capito così:

  1. Vera rivelazione di Dio nel contesto di emissione. Ciò implica, allora, che ha una certa componente superata. Semplicemente perché non siamo più in quel contesto. Mi spiego. Quando Dio dice agli israeliti di non seguire Baal, Dio intendeva proprio quello. Noi, oggigiorno non è che abbiamo molte tentazioni di seguire Baal (speriamo bene…).
  2. Ma quei eventi storici di rivelazione non sono meramente scaduti. Servono anche come paradigmatici riguardo all'agire divino nei confronti della sua creatura e sono, perciò, suscettibili di attualizzazione. Continuando con lo stesso esempio, se gli israeliti non dovevano seguire Baal, io dovrei darmi da fare ad evitare ogni sorta di idolatria. Altro che scaduto!
  3. Inoltre gli eventi di rivelazione dell'AT sono frammenti significativi del "dirsi" globale di Dio, che arriva alla sua completezza in Gesù Cristo. Qua subentra la categoria di "compimento" e non solo.

Spesso per descrivere la ricezione cristiana dell'AT mi servo di tre categorie: prefigurazione, compimento e superamento. Le spiego con una frase:

L'AT costruisce un'orizzonte di aspettative (prefigurazione) che si compiono in Cristo (compimento) in maniera eccedente (superamento).

Cioè, seguire le Scritture era una strada valida – anche se non infallibile – per la accoglienza di Cristo, vedendo in Lui uno che è veramente in grado di soddisfare gli aneliti che le Scritture fomentano, anche se lo fa in un modo meravigliosamente imprevedibile (l'Incarnazione stessa non è deducibile dall'AT).