1.3. Rivelazione e storia in DV nn. 3-4
Numero di risposte: 4
  • Dico la stessa cosa della domanda precedente. La cosa più importante è conoscere ciò che dice la Dei Verbum. Il manuale ve lo spiega a pp. 57-58. Ma anche qua vi aggiungo qualche considerazione.

  • Diciamo che il concetto giudeo-cristiano di rivelazione è di tipo storico. È vero e importante. Per capire che cosa significa, può aiutare pensare per un attimo come sarebbe una rivelazione che non fosse di tipo storico. Mi vengono in mente due possibilità:

    1. Rivelazione cosmica: il creato porta in sé i segni dell’azione del Creatore.

    2. Rivelazione sapienziale: le azioni umane sagge e prudenti si assumono come il riflesso (una “scintilla”) della sapienza divina.

  • È importante constatare che ambedue aspetti vengono riconosciuti come veri ambiti di rivelazione dalla riflessione ebraica e dalla teologia cristiana. Tuttavia, il contesto primario della rivelazione sarebbe quello storico, e cioè, gli interventi puntuali (eventi) di Dio nella storia.

In riposta a Primo intervento
Ri: 1.3. Rivelazione e storia in DV nn. 3-4
di Massimiliano FRANCESCHETTI -

Credo che uno dei motivi che spiega come Gesu' possa essere il mediatore dell'antica e della nuova alleanza, ce lo rivela il nostro credo, che afferma Dio essere Uno e Trino. Il Dio che ha parlato nei tempi antichi e' lo stesso per natura (anche se distinto come persona) al Dio della nuova alleanza Gesu' Cristo, che ai nostri giorni ha parlato a noi portando a compimento l'intera rivelazione. Cosi' Gesu' e' l'unico mediatore delle alleanze parte dell'unico piano di salvezza che con gradualita' rispettando la liberta' e i limiti umani che Dio ha rivelato.

In riposta a Massimiliano FRANCESCHETTI
Ri: 1.3. Rivelazione e storia in DV nn. 3-4
di Carlos JÓDAR -

Mi permetto di osservare che forse il professore di Trinità potrebbe trovare un po' di difficoltà con l'affermazione: «Il Dio che ha parlato nei tempi antichi e' lo stesso per natura (anche se distinto come persona) al Dio della nuova alleanza Gesu' Cristo».

In riposta a Primo intervento
Ri: 1.3. Rivelazione e storia in DV nn. 3-4
di Fulvio ARBORIO -

La nostra è una religione "rivelata" con buona pace di Plotino e le sue ragguardevoli scintille

In riposta a Fulvio ARBORIO
Ri: 1.3. Rivelazione e storia in DV nn. 3-4
di Carlos JÓDAR -

Come dicevo, quella cosmica o sapienziale la riteniamo pure rivelazione (anche se di Serie B). È vero però che quando pensiamo alla c.d. "religione naturale", pensiamo a un fenomeno di origine umana che è reazione alla percezione del divino in natura (o eventualmente nell'uomo stesso). La nostra, sarebbe, allora specificamente rivelata, perché confessiamo che il manifestarsi di Dio nella storia contiene anche i principi guida della nostra pratica religiosa, che non sarebbe solo "reattivi" ma addirittura guidati da un Dio che dice ciò che Lui fa piacere (perché ci fa del bene e Lui ci ama gratis e – con rispetto parlando – follemente).