1.5. Scrittura e Tradizione (DV nn. 7-10)
Numero di risposte: 2
  • L’inseparabilità e l’articolazione di Scrittura e Tradizione è un elemento caratteristico dell’approccio cattolico alla Bibbia. L’argomento permette diversità di vedute e non voglio a questo punto determinare troppo il vostro studio. Trovate l’argomento sviluppato a pp. 71 e ss. del testo (paragrafo 8.2.).

NOTA BENE: È solito pensare che i professori gradiscono di sentirsi ripetere nell’esame quello che hanno detto a lezione. Io, però, sono un tipo strano. Quello là non mi entusiasma particolarmente. Invece apprezzo molto quando lo studente fa vedere di aver lavorato con il testo. Anche se segue una strada di ragionamento diversa da quella mia. Comunque, forse più avanti inserisco un commento con qualche spunto personale su questa tematica.

In riposta a Primo intervento
Ri: 1.5. Scrittura e Tradizione (DV nn. 7-10)
di Fernando DI CICCO -

La DV al n. 7 del cap. II afferma che Dio dispose che la sua Rivelazione fosse per tutte le genti e rimanesse integra. Ora però, è noto, che la trasmissione di un messaggio potrebbe trasportare naturalmente errori o degradi, ma come si evince con chiarezza e senza alcun dubbio nella DV. Cap II al n. 11, nel caso della Sacra Tradizione e della Sacra Scrittura, le verità divinamente rivelate sono garantite dallo Spirito Santo, dove ogni cosa asserita dall’autore materiale della trasmissione, è asserita dallo Spirito Santo.

Da sottolineare che, l’interpretazione della Parola di Dio è affidata al magistero della Chiesa, che però non è superiore alla Parola di Dio, ma la serve. DV cap.II n.10.

La Rivelazione è in un’unica Fonte, che poi si concretizza però nel racconto orale e scritto, ma il contenuto non cambia né è in qualche modo non più originale.

In riposta a Primo intervento
Ri: 1.5. Scrittura e Tradizione (DV nn. 7-10)
di Matteo FANELLO -

La dicotomia tra Scrittura e Tradizione come fonti distinte della rivelazione è stata assunta, dalla teologia e dalla catechesi post tridentina, come interpretazione semplicistica dei decreti del Concilio di Trento (1545-1563). Tuttavia tale impostazione è stata abbandonata dal Concilio Vaticano II (1962-1965) e precisamente nella Costituzione Dogmatica Dei Verbum. Essa infatti afferma che Scrittuta e Tradizione non sono due realtà dissociabili fra loro, ma “strettamente congiunte e comunicanti” (DV 9). Difatti i Padri conciliari hanno usato il termine “Tradizione” in senso lato, ovvero come Traditio (trasmissione). Per questo motivo la Scrittura è una declinazione, come anche la Tradizione, della Traditio. Entrambe, Scrittura e Tradizione, “scaturiscono dalla stessa divina sorgente” (DV 9) e “tendono allo stesso fine” (DV 9): trasmettere la parola di Dio.

Quindi, sintetizzando, la sacra Scrittura e la sacra Tradizione sono due facce della stessa “medaglia”: la Traditio; la prima però si differenzia dalla seconda perché costituisce il primo criterio di validità per giudicare lo sviluppo successivo della Tradizione, che è stata affidata ai successori degli apostoli nella storia.